Nel teatro: "Linguaggio Grammelot"

Il testo sotto riportato è stato preso dal sito http://www.treccani.it/enciclopedia/grammelot_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/
che spiega nel dettaglio come il linguaggio artificiale è presente nel teatro.

"Il grammelot è un linguaggio scenico che non si fonda sull’articolazione in parole, ma riproduce alcune proprietà del sistema fonetico di una determinata lingua o varietà, come l’intonazione, il ritmo, le sonorità, le cadenze, la presenza di particolari foni, e le ricompone in un flusso continuo, che assomiglia a un discorso e invece consiste in una rapida e arbitraria sequenza di suoni. È dotato di una forte componente espressiva mimico-gestuale che l’attore esegue parallelamente alla vocalità. L’attribuzione di senso a un brano di grammelot è perciò resa possibile dall’interazione tra i due livelli che lo compongono, quello sonoro e quello gestuale.«Grammelot» significa gioco onomatopeico di un discorso, articolato arbitrariamente, ma che è in grado di trasmettere, con l’apporto di gesti, ritmi e sonorità particolari, un intero discorso compiuto. In questa chiave è possibile improvvisare – meglio, articolare – grammelot di tutti i tipi riferiti a strutture lessicali le più diverse. La prima forma di grammelot la eseguono senz’altro i bambini con la loro incredibile fantasia quando fingono di fare discorsi chiarissimi con farfugliamenti straordinari (che fra di loro intendono perfettamente). E' questo un linguaggio che si presta «ad essere descritto piuttosto che ad essere trascritto». Ogni rappresentazione è infatti un evento unico a causa delle numerose possibili varianti che intervengono nella combinazione tra fonemi, tra profili intonativi, tra gesti ed espressioni del volto; rimane stabile soltanto una sorta di canovaccio rappresentato dalla trama narrativa dell’episodio messo in scena. Ogni recitazione in grammelot costituisce dunque un’invenzione di codice operata inizialmente dall’attore e ricostruita dallo spettatore durante lo spettacolo: il pubblico assume un ruolo attivo nell’interpretare il senso della comunicazione dell’attore, completando mediante le proprie conoscenze enciclopediche messaggi allusivi più o meno impliciti."


Nella foto Dario Fo. E' grazie a lui se conosciamo il "GRAMMELOT" di cui lui fu un grande interprete e sostenitore.

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