A fine indagine..

Il viaggio tra le cose artificiali, mi ha portato ad approfondire la conoscenza del LINGUAGGIO ARTIFICIALE. Inizialmente, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di analizzare i linguaggi di programmazione informatica, ma andando avanti nella ricerca ho scoperto molte cose interessanti di cui non conoscevo molto.. Dopo aver analizzato il significato letterale del termine, le principali differenze con la lingua naturale, ho cercato di collegare l'argomento ad altre discipline e a cose particolari e di analizzare gli elementi. Si tratta principalmente di uno studio scientifico sull'ingegneria e sull'utilizzo che ne fa. Essendo una cosa utilizzata quotidianamente, la ricerca si è svolta anche a livello giornalistico: molti sono gli articoli e link utili sul web che parlano di avvenimenti accaduti nel tempo con lo sviluppo di questo artificio, del funzionamento e dei progetti per il futuro. Dopo aver analizzato forme e funzioni, le narrazioni e alcuni personaggi, lo sguardo è andato su altre tipologie della cosa artificiale.. Non si può negare che, anche modi diversi di comunicare tra noi umani o parlate teatrali e letterarie, possano essere considerati linguaggi artificiali. E' per questo che un approfondimento è stato fatto su Tolkien, famoso per i suoi libri e i suoi modi di inventare sempre parole nuove da far dire ai suoi personaggi. Un'altra scoperta interessante è stata quella sui linguaggi del teatro, in particolare il Grammelot, di cui grande esponente fu Dario Fo. E' questo il caso in cui le parole non sono sostituite da numeri o simboli, ma da gesti, onomatopee, suoni e molto altro.. Anche i fumetti non sono estranei a queste cose, ma anzi, sono per tutti il primo approccio da bambini con un linguaggio particolare. E infine musica e cinema non potevano mancare nella ricerca.  Nell'ultima parte di questo viaggio tra i linguaggi artificiali, prima di passare a un abbecedario illustrato, la concentrazione si è spostata sui rischi che può comportare farne un abuso. E' proprio per questo che, oltre alla scienza e all'ingegneria, al funzionamento delle tecnologie e alle innovazioni robotiche, alle specifiche e brevetti,  il mio studio si è volto, tramite l'uso di metafore, sull'espressione dei sentimenti e delle emozioni dell'uomo che, anche con un'approfondita ricerca scientifica, non potranno mai essere espresse con numeri o simboli. Ed essendo proprio noi, ingegneri del futuro, gli utilizzatori e ideatori del linguaggio artificiale, non dobbiamo mai dimenticare che l'ingegneria e la tecnologia non potranno mai risolvere tutto quello che ci accade nella vita e che non potremo mai standardizzare quello che abbiamo dentro.


"Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze."
(Italo Calvino)




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